Ah sh*t, here we go again

Frustrazione. Questo è l'unico termine che Frederic Vasseur ha sapientemente scelto per racchiudere l'essenza della tormentata domenica vissuta dalla Scuderia Ferrari tra le insidiose curve del circuito di Baku. È doveroso premettere che la prestazione offerta da Oscar Piastri, all'interno delle strette e implacabili mura azere, non merita alcuna sottovalutazione, né può essere in alcun modo coinvolta nelle riflessioni che seguiranno.
Tuttavia, la Scuderia del Cavallino Rampante ha molto su cui riflettere, ben più di quanto possa superficialmente apparire. Ancora una volta, infatti, un'occasione preziosa è stata dissipata, con l'ennesima pole position (la quinta consecutiva per Charles a Baku se si considera anche la Sprint Qualifying del 2023) che non è stata tramutata in vittoria.
"Ah sh*t, here we go again".
Se nelle recenti competizioni abbiamo tributato lodi sperticate alla strategia orchestrata dal muretto, oggi non possiamo esimerci dal riconoscere una gestione fallace. Al termine del primo stint, Charles Leclerc vantava un margine di oltre cinque secondi su Piastri, un distacco emblematico della sintonia perfetta tra il monegasco e la SF-24 con i 6 chilometri d'asfalto azero.

Tuttavia, questo prezioso vantaggio è stato vanificato nell'istante in cui il muretto ha optato per prolungare la permanenza in pista di Leclerc per un ulteriore giro, aprendo la strada all'implacabile avanzata di Piastri, che ha letteralmente disgregato ogni vantaggio accumulato come un castello di sabbia travolto da un'onda.
Con il senno di poi, è sempre agevole cadere nella trappola della critica. Probabilmente, la MCL38 avrebbe comunque conquistato la vittoria, anche se le dinamiche fossero state differenti. Tuttavia, il quesito rimane: cosa sarebbe accaduto se la monoposto numero 16 fosse stata richiamata ai box con un giro di anticipo? Ci si potrebbe immaginare che Leclerc avrebbe potuto consolidare un distacco ancor più rilevante, garantendo ai suoi pneumatici il tempo necessario per raggiungere l'optimum di performance e continuare ad accumulare vantaggio, come accaduto nel primo stint.

Questa rimane, purtroppo, una domanda a cui non avremo mai risposta. Una cosa, però, appare chiara: la Ferrari di Charles Leclerc si è dimostrata per buona parte della gara la vettura più competitiva in assoluto, come testimoniato dal fatto che il monegasco sia rimasto incollato agli scarichi della McLaren per tutta la durata del secondo stint.
Tuttavia, alla fine, il bottino è stato di soli 18 punti, reso ancor più esiguo dall'infelice, nonché del tutto evitabile, contatto che ha coinvolto le vetture di Sainz e Perez. Un'occasione gettata al vento e un patrimonio di punti che avrebbe potuto rivelarsi determinante nella corsa al Mondiale Costruttori.
Ad oggi, le distanze in classifica si sono inevitabilmente ampliate, ma è altrettanto vero che molteplici capitoli restano ancora da scrivere. Se, però, l’intento è quello di ambire a traguardi di assoluta eccellenza, errori anche sottili come quelli commessi a Baku non devono più essere contemplati.
