La grande sconfitta di Checo

A distanza di sette giorni dal trionfo in Texas, la Ferrari firma un secondo, consecutivo, importante e - consentitemelo - strepitoso successo. Carlos Sainz si incorona re di un fine settimana impeccabile, forte della volontà di chiudere al meglio la sua avventura rossa che, arrivati già al 27 Ottobre, la parola "fine" inizia a fare un po' paura. Per quanto un pilota di Formula 1 possa provare "paura", ovviamente.
Parlare della quinta vittoria del Cavallino in questa stagione, o parlare del fatto che un quintetto di primi posti in una stagione non si vedeva dal 2018, oggi, è quasi scontato. Perché di Sainz, Leclerc, il lavoro Vasseuriano, di Norris secondo, dei 20 secondi di penalità dati a Max e di una Ferrari a -29 punti dalla squadra papaya nel Mondiale Costruttori, se ne parlerà almeno fino alla Sprint di sabato, o alla gara di domenica. Perché Interlagos, oltretutto, rievoca dolori per molti non ancora superati.
Oggi bisogna parlare di chi parte da Città del Messico con le ossa rotte e con il cuore spezzato. Il più grande sconfitto. Davanti alla propria gente, con migliaia e migliaia di occhi esaminatori puntati addosso, per una carriera in declino e che, probabilmente, nella domenica messicana ha toccato il fondo.

Perez, dopo essere uscito di scena dopo i primi 15 minuti della qualifica messicana, parte diciottesimo, viene penalizzato di 5 secondi, duella con il giovane del - pare - futuro Red Bull, Liam Lawson, che gli rifila sorpassi e diti medi, perde il confronto e pezzi di macchina, cosa che lo rallenta ulteriormente relegandolo ben distante dalla zona punti.
Ma alla sconfitta umiliante, per essere perfetta, manca la ciliegina: entrare ai box all'ultimo giro per "rubare" un punto prezioso del giro veloce a Leclerc e tagliare il traguardo con un tempo terribile, di oltre un secondo più lento rispetto a quello di Charles. Umiliazione su umiliazione, per chi quattro stagioni fa piangeva lacrime di gioia, seduto sul podio vestito di rosa e bianco, pregando in una chiamata per la salvezza.

La salvezza di una carriera cambiata, svoltata in un tunnel così buio che impedisce alla memoria di ricordare il passato di Checo in Formula 1, ormai divorato da un presente critico.
In cui Lawson inizia a farsi spazio. A spalle larghissime.
