Lasciateci sognare

"Dannati rookie! Arrivano in Formula 1 e vanno subito a punti!".
Voci, domande, sussurri che gironzolano nel paddock, che intaccano quel senso di calma apparente che regna sovrano nel Circus della classe regina da ormai troppo tempo. Non è che forse, sotto sotto, avevamo bisogno di una gara come quella di Baku? Di una bella ventata di aria fresca e beata gioventù?

Il Motorsport si sa, è un mondo crudele, dove la linea che separa il sogno dall'incubo è davvero sottile, quasi invisibile. Chiedere a Logan Sergeant, a Nyck De Vries, ragazzi che si sono ritrovati da un momento all'altro nel baratro, senza possibilità di appello.
Eppure, in un mondo dove troppo spesso contano maggiormente le capacità economiche che quelle in pista, c'è ancora spazio per i desideri, per quelle emozioni appese ad un filo quasi spirituale, per quelle storie che si mescolano in pista, dietro ad una curva.
D'altronde, non sono proprio i sogni ad unire ogni pilota a ciascuno di noi?
Il sogno di Franco Colapinto da Buenos Aires, iniziato da un paese geograficamente alla fine del mondo è giunto sino in Azerbaijan, dove l'argentino è finito incredibilmente a punti alla sua seconda gara assoluta nella classe regina.

Il sogno di Oliver Bearman, e di coloro che, dopo il debutto a Jeddah avevano esclamato "facile andare subito a punti con una Ferrari, prova a farlo con una Haas".
Detto fatto.
Il sogno di Andrea Kimi Antonelli, e di quel Tricolore che tornerà finalmente ad affrescare una casella della griglia di Formula 1. I sogni di Gabriele Minì, al debutto assoluto in Formula 2 a Baku e subito a podio, e di Leonardo Fornaroli, fresco di titolo di campione in Formula 3.

Il sogno di Antonio Giovinazzi e Antonio Fuoco, che nonostante tutto non hanno mai mollato e che nel WEC hanno trovato il loro meritato splendore.
I sogni di tutti quei piloti impegnati a dare gas in ogni parte del mondo.
I sogni infranti di Jules Bianchi, Anthoine Hubert e di tutti quei ragazzi volati via troppo presto inseguendo la propria passione.
Il sogno di Luca Salvadori.

Quante volte, all'ennesimo richiamo di nostra madre, all'ennesimo grido "vieni a tavola che è pronta la cena!" abbiamo risposto:
"Aspetta mamma, finisco di vedere il video di Luca e arrivo".
Luca è entrato nella vita di tutti noi così, all'improvviso, un po' per caso, un po' per curiosità verso un mondo tanto bello quanto particolare come quello dei motori.
È altrettanto improvvisamente è volato via, facendo quello che più amava, rammentandoci di quanto, a volte, il Motorsport e la vita siano davvero ingiusti.
Porteremo la nostra passione avanti anche per loro, continuando ad alimentare la fiammella del sogno fino all'ultimo secondo che questo dannato tempo porterà via con sé.
