Analisi di una crisi tecnica senza precedenti

By
Claudio Brembati
Red Bull RB20


Quando il 16 Febbraio scorso sono caduti i veli sulle forme inedite della Red Bull RB20 in molti, ancora frastornati per lo schiacciante dominio della sua progenitrice, avevano temuto per un campionato già chiuso in partenza. Le cinque vittorie su sette gare (di cui tre doppiette) che hanno aperto la stagione sembravano confermare le impressioni della presentazione.

Nessuno avrebbe però potuto immaginare che, solo sei mesi dopo, Red Bull si sarebbe trovata nell'attuale crisi tecnica e di risultati. L'ultima vittoria risale infatti a oltre due mesi fa e, nel frattempo, la vettura è stata definita "inguidabile" e "da cambiare completamente" dallo stesso Max Verstappen proprio al termine del recente Gran Premio di Monza.

Le ragioni di una così profonda crisi tecnica sono molteplici ma hanno, a parere di chi scrive, una unica causa comune: la stupefacente Red Bull RB19.

Un dominio così completo e schiacciante come quello imposto dalla vettura 2023 non ha avuto eguali nella storia della massima serie. È possibile immaginare che il team di Milton Keynes abbia cercato una rivoluzione dei propri concetti tecnici, spinta dalla crescente concorrenza e dal desiderio di consolidare un dominio difficilmente replicabile.

La RB20 è quindi nata senza compromessi, l'innalzamento del labbro inferiore delle fiancate è stato spinto al massimo per favorire il passaggio di flusso nel profondo scasso inferiore della fiancata che potenzia l'efficacia del fondo. Per fare questo, il sistema di raffreddamento è stato rivoluzionato, posizionando piccoli radiatori in punti strategici della vettura, allo scopo di ridurre al minimo le bocche di ingresso nelle fiancate e di rispettare la purezza del concetto aerodinamico di base.

Tuttavia, già a partire dal Gran Premio del Giappone, erano comparse due aperture supplementari ai lati della testa del pilota oltre a un proliferare di griglie aggiuntive ai lati dei due voluminosi sfoghi posteriori detti anche "bazooka". Da subito, nelle analisi tecniche di Hammer Time, avevamo ipotizzato si trattasse, più che di un'evoluzione, di un intervento volto a garantire le corrette temperature e migliorare alcune criticità di raffreddamento che potevano mettere a rischio l'integrità della Power Unit.

Con il passare del tempo, altri indizi si sono aggiunti a rafforzare la convinzione di chi scrive che il raffreddamento sia uno dei principali talloni d'Achille del progetto RB20. Le frequenti sostituzioni della PU, che hanno costretto Red Bull a sbloccare la quinta unità già in Belgio, ci lasciano immaginare che la Power Unit Honda sia effettivamente sotto stress a causa delle elevate temperature di lavoro.

Un ulteriore indizio è senza dubbio rappresentato dall'introduzione di una veste aerodinamica completamente nuova in occasione del Gran Premio di Ungheria. Come descritto e ammesso dagli stessi vertici tecnici di Milton Keynes, questa versione alternativa (e aerodinamicamente meno efficiente) della RB20 è dedicata ai circuiti lenti.

In un circuito lento, la velocità e quindi la portata d'aria in ingresso al sistema di raffreddamento è limitata e aggrava ulteriormente lo stress sulla PU. Per questo motivo Red Bull si è trovata, a parere di chi scrive, costretta a dedicare parte delle sue risorse a uno sviluppo dedicato all'affidabilità più che alla performance della vettura.

Infine, a completamento di questo mosaico, abbiamo la gara di Monza nella quale entrambe le vetture anglo-austriache hanno utilizzato la versione originale della RB20 ma, nonostante le alte velocità che caratterizzano il tracciato brianzolo, hanno dovuto correre limitando la potenza della Power Unit per non incorrere in problematiche di affidabilità, restando relegate a posizioni di rincalzo.

Vi sono però ulteriori problematiche che affliggono la Red Bull RB20. Come riportato da diverse fonti, tra cui formu1a.uno, lo stesso Christian Horner ha ammesso dopo il recente Gran Premio d'Italia che la monoposto anglo-austriaca soffre di problemi di bilanciamento da inizio campionato. Questa difficoltà era stata in gran parte mascherata dal maggior carico aerodinamico richiesto dai precedenti appuntamenti iridati ma, sul veloce tracciato di Monza, sono riemersi in tutta la loro gravità.

Horner ha etichettato come "circolo vizioso" una situazione nella quale la ricerca del bilanciamento ideale è complicata dal fatto che la risoluzione di un problema in una determinata condizione ne crea uno opposto di uguale gravità. Una situazione, questa, resa ancora più difficile nel momento in cui si è cercato di evolvere la vettura per estrarne maggiori prestazioni, come è accaduto quest'anno per gli sviluppi in tal senso portati in pista da quasi tutti i team, tranne la McLaren.

A conferma di questo, durante le ultime prove libere del Gran Premio d'Italia, sulla vettura di Verstappen è stata aggiunta della zavorra nel muso per ridurre il sottosterzo. Una contromisura, quella di mettere zavorra a sbalzo dell'asse anteriore, in generale non ideale e che è sembrata una mossa dettata dalla disperazione.

Infine, una delle ragioni delle scarse performance della Red Bull negli ultimi appuntamenti è da ricercarsi anche nella assenza di sviluppi specifici per i circuiti veloci. La particolare ala posteriore, dotata di due vistosi tagli nel flap mobile, è stata usata e poi accantonata a Spa-Francorchamps.

Questa ala è stata utilizzata a Monza per tutto il week-end di gare ma non rappresenta una vera e propria specifica da basso carico. I due profili principali sono dotati di una linea di camber (curvatura) molto più accentuata rispetto alla concorrenza e sembrano un adattamento di compromesso.

Vale la pena ricordare, proprio in tema di budget cap, che Red Bull deve in qualche modo fare i conti con il rovinoso incidente di Perez al Gran Premio di Monaco che certamente ha avuto un impatto sull'economia del campionato.

Non è quindi escluso che l'assenza di sviluppi specifici per Monza sia frutto di una sofferta, ma ponderata, decisione volta a sacrificare alcune gare per consentire di portare in pista sviluppi decisivi. Su questi ulteriori sviluppi, a detta dello stesso Horner non previsti prima della gara di Austin, si basano le speranze del team Campione del Mondo di difendere i Mondiali Piloti e Costruttori messi a serio rischio dalla rimonta della McLaren.