Tra passi indietro e balzi in avanti

By
Carlo Criscione
Alpine F1

Fin dai primi chilometri percorsi dalle squadre di Formula 1 nei test pre-stagionali in Bahrain, Alpine ha dimostrato di trovarsi in seria difficoltà in quanto a prestazioni. Ben presto, infatti, è risultato evidente come la scuderia francese fosse il peggiore team della griglia, ingaggiata unicamente con la Kick Sauber, e non era certo uno scenario del genere ciò che gli uomini della compagine transalpina speravano di ottenere dal loro ambizioso progetto.

Lo scorso anno, Luca de Meo, amministratore delegato del Gruppo Renault, aveva detto che la squadra con sede ad Enstone puntava a diventare la Ferrari francese e che voleva essere tanto francese quanto la Ferrari è italiana, o persino di più. A partire dalla stagione 2023, era quindi stata formata una coppia di piloti interamente francese, oltre che di grande esperienza e valore, ingaggiando Pierre Gasly ed Esteban Ocon. Otmar Szafnauer, l'ex team principal, era stato rimpiazzato a stagione in corso da Bruno Famin, che ricopriva anche, come avviene tutt'ora, il ruolo di direttore di Alpine Motorsport.

Un team che intende fregiarsi del grado di costruttore a pieno titolo, tuttavia, dev'essere anche motorista, e infatti è presso la storica sede di Viry-Châtillon che finora sono state prodotte le Power Unit montate sulle vetture del team d'oltralpe.

Ecco, dimenticate tutto ciò. Quel progetto ha fallito. Non esiste più.

È stato annunciato che Ocon lascerà la squadra al termine della stagione. Fin dall'inizio dell'anno abbiamo assistito agli addii di diverse figure di spicco, tra cui Matt Harman e Dirk de Beer, rispettivamente direttore tecnico e responsabile dell'aerodinamica, con un conseguente stravolgimento dell'organizzazione tecnica della squadra. Come se non bastasse, è stato recentemente annunciato che Viry-Châtillon muterà uso di destinazione, e che dal 2026 l'Alpine acquisterà i propulsori Mercedes.

Un'operazione, questa, tale da assumere agli occhi dei più le sembianze di una pietra tombale posta sulle ambizioni della compagine transalpina. Quando il fallimento del progetto della casa francese è stato chiaro non soltanto ad Enstone, ma al mondo intero, infatti, molti tra gli addetti ai lavori si sono affrettati a dare Alpine per morta. Guai però a dichiarare la sconfitta di una casa automobilistica che ha alle spalle quasi settant'anni di attività nel Motorsport, tra Formula 1, campionati endurance e rally.

In Francia, come già accaduto tante volte nella storia, si è deciso di andare verso una rivoluzione: la scuderia che ha raccolto l'eredità della Renault in Formula 1 ha scelto di ricominciare da zero, da una pagina bianca. Per la prossima stagione è stato ingaggiato un pilota giovane e promettente, Jack Doohan. La guida del team, inoltre, è stata affidata ad Oliver Oakes, trentaseienne ex patron del team Hitech GP, con il quale ha racimolato molta esperienza nelle categorie minori.

Dulcis in fundo, ha deciso di affidarsi ad un personaggio molto noto nel paddock, con un passato controverso, ma anche dotato di un'esperienza manageriale che in pochi possono vantare: Flavio Briatore.

È stato proprio l'italiano ad imprimere un deciso cambio di rotta al lavoro della squadra, specialmente in fabbrica, dove adesso ci si concentra quasi esclusivamente sulla vettura dell'anno prossimo. Per gli ultimi scampoli di questa stagione, infatti, sono stati annunciati pochissimi aggiornamenti, alcuni dei quali portati in pista da Gasly ad Austin fornendo riscontri decisamente positivi.

Adesso, il folle week-end di Interlagos ha regalato all'Alpine un risultato tanto straordinario quanto inaspettato, forse addirittura irripetibile, il quale ha proiettato la squadra dal nono al sesto posto nella classifica dei costruttori, con un balzo in avanti che vale svariati milioni di dollari, tra montepremi e sponsor.

Sarà questo il punto di svolta per la casata francese? Non lo sapremo almeno fino al prossimo week-end di gara, a Las Vegas, o forse addirittura fino al prossimo anno, nel corso del quale Alpine sarà chiamata a compiere numerosi passi in avanti in attesa del 2026, quando potrà finalmente beneficiare della Power Unit Mercedes, permettendo così di tracciare un primo bilancio sul nuovo progetto.

Ciò di cui possiamo essere certi è che, come già dimostrato dalla McLaren, non bisogna mai dare per morto chi ha il Motorsport nel sangue.