Come Van Gogh e Cruijff

Grande e Maledetto. Chi ama l'arte lo paragona a Vincent Van Gogh, per il suo essere impetuoso, complesso e tormentato. Chi ama il calcio lo associa a Johann Cruijff per il suo essere totalmente fuori dagli schemi, carismatico e provocatorio.
E forse è proprio così, sulla maestosa scia lasciata da due dei suoi più famosi connazionali, che Max Verstappen ha scelto di dipingere la sua personalissima Notte Stellata, indossando simbolicamente la maglia orange numero 14, quasi a voler proseguire un qualcosa che il destino e la storia avevano lasciato in sospeso.

L'Olanda ha ritrovato il suo artista, colui al quale aggrapparsi, a cui affidare i sogni e le speranze di un popolo intero. La Formula 1, invece, ha trovato il suo dominatore incontrastato.
Quattro volte Campione del Mondo. Come Alain Prost. Come Sebastian Vettel.
Quattro stelle messe lì, in sequenza, nel firmamento della Formula 1, a scandire lo scorrere inesorabile di un tempo che dal 2021 ad oggi sembra non conoscere altro metronomo. Eppure, per qualcuno, si fa ancora fatica a collocare Max Verstappen tra i grandi, nell'Olimpo di chi nella classe regina ha scritto pagine indelebili di storia.
Come se le vittorie, le pole position, i record su record frantumati e i titoli mondiali non bastassero.
Max divide, spacca, fa parlare di sé.

Forse per il suo essere schietto, rude, poco incline alla sconfitta, costantemente controcorrente e poco avvezzo allo show. D'altronde, in un mondo di eroi, nessuno tende ad immedesimarsi nella figura del villain, dell'antagonista, dell'anti-romantico per eccellenza, di colui che nel corso di questi anni ha reso monotone la maggior parte delle nostre domeniche.
Vincere non è sinonimo di successo, e forse in cuor suo il nativo di Hasselt lo sa bene. Ma a lui, evidentemente, poco importa.

Forse è questo il prezzo da pagare per essere il migliore di tutti, essere pervasi da quella strana solitudine che accompagna chi raggiunge vette straordinarie.
Perché ogni quadro, ogni opera, ogni mossa nasconde un tormento, ogni vittoria nasconde il suo rovescio, ogni trionfo porta con sé il suo lato oscuro.
Ma è proprio questo essere allo stesso tempo Grande e Maledetto che rende Verstappen iconico, impetuoso ed eternamente affascinante.
Proprio come un dipinto di Van Gogh o una giocata visionaria di Cruijff.