Finestre di utilizzo: aprirle o non aprirle? Pierre Waché va controcorrente

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Davide Buccheri
Pierre Waché

Tra i temi cardine della Formula 1 moderna rientra a gran voce la finestra di utilizzo degli pneumatici. Tale elemento, da tempo immemore, costringe tutte le squadre a disegnare e realizzare una monoposto che sia in grado di garantire la più ampia forcella di funzionamento delle coperture, affinché la vettura possa essere competitiva nei più svariati ambienti.

Guardando nel recente passato, Red Bull è stata sicuramente vittima di diverse difficoltà nell'arco del 2024 proprio a causa di una finestra di funzionamento alquanto ristretta. Nonostante Max Verstappen si sia laureato Campione del Mondo, non va dimenticato come la RB20 gli abbia consentito di aprire un margine risultato vitale nella prima parte della passata stagione.

Successivamente, gli avversari si sono avvicinati pericolosamente anche a causa degli inciampi nel set-up della monoposto di Milton Keynes. Solo nelle fasi conclusive del campionato, in particolare dall'appuntamento di Austin, l'olandese ha ritrovato una monoposto realmente competitiva, anche grazie agli ultimi aggiornamenti stagionali apportati dalla compagine capitanata da Christian Horner.

Novità che hanno migliorato la situazione, senza però risolverla completamente, dal momento che, fino al Gran Premio Abu Dhabi, la RB20 ha continuato a dare dei notevoli grattacapi agli ingegneri sul fronte del bilanciamento.

Tra gli obiettivi 2025 del team sei volte iridato, spicca certamente la necessità di ideare una vettura meno complicata sotto il profilo della messa a punto. A tal proposito, Pierre Waché, attuale direttore tecnico della scuderia anglo-austriaca, ha rilasciato un'interessante intervista ai microfoni di Motorsport.com, attraverso la quale ha svelato come ampliare la finestra di funzionamento degli pneumatici (ucondizione che molti piloti richiedono spesso e volentieri) non sia sempre una scelta vantaggiosa:

"È ovvio che si cerca la miglior finestra di funzionamento della macchina, ma bisogna sapere anche che se si apre la finestra, come effetto si avrà una perdita di potenziale effettivo. Se guardiamo come corrono le altre vetture, scopriamo che utilizzano assetti molto rigidi, alla ricerca dell'auto più veloce, senza fare troppe scelte di compromesso perché la finestra operativa è troppo stretta".

Dichiarazioni che evidenziano quanto il discorso sulla finestra di funzionamento sia ben più complesso di quanto si possa immaginare. Se Christian Horner ed Helmut Marko hanno, già in passato, sottolineato come la RB21 dovrà avere una finestra più ampia della progenitrice, Waché ha spiegato che questa è una strada che comporta delle difficoltà non di poco conto.

Per il direttore tecnico ha più senso trovare la miglior messa a punto possibile per ogni singolo tracciato, invece di inseguire forzatamente un allargamento della finestra di funzionamento degli pneumatici:

"Per me non ha senso aprirla, poiché si appiattisce il potenziale teoricamente disponibile. Si può ridurre un po' la competitività per rendere la monoposto più guidabile per i piloti, ma non si può pensare altrettanto solo per semplificare il lavoro di messa a punto che devono svolgere gli ingegneri".

Per il capo dell'area tecnica di Milton Keynes, si tratta dunque di trovare il giusto equilibrio fra le prestazioni pure e la guidabilità necessaria durante il passo gara.

Un annoso nodo tecnico da sciogliere. soprattutto ripensando alle difficoltà della RB20. Nonostante sul finire del 2024 Verstappen sia riuscito a riconquistare il gradino più alto del podio, non vanno dimenticati i problemi di set-up patiti in Qatar, dove, solo grazie a uno stravolgimento completo della messa a punto, l'olandese è riuscito a vincere.

L'appuntamento di Losail ha sottolineato chiaramente come la finestra della vettura fosse ancora ridottissima a fine stagione, nonostante gli aggiornamenti di Austin avessero comunque riportato una boccata di ossigeno nel garage del team del numero 1 di Hasset.

Infine, Waché ha concluso il proprio ragionamento sottolineando quanto sia complesso trovare la via per una messa a punto che concili prestazione velocistica, un solido ritmo gara, il piacere di guida dei piloti e la capacità di essere la miglior monoposto della griglia:

"Non è facile trovare l'equilibrio tra la realizzazione di una vettura più veloce delle altre e piacevole da guidare per i piloti affinché ne estraggano il miglior risultato. Nel 2023 avevamo dimostrato che la nostra direzione era giusta perché eravamo i più veloci. La scorsa stagione, invece, non eravamo a posto: c'è qualcosa che non va quando l'equilibrio trae più vantaggio rispetto al potenziale complessivo della vettura. Questo dobbiamo sistemarlo nel 2025".